La Triplice Dea: simboli, aspetti, magia della Dea Trina

La Triplice Dea nella Wicca e Neopaganesimo

All’interno delle più disparate mitologie e culture del passato, vi è da sempre una delle figure che più comunemente viene ritrovata come punto cardine di culti e tradizioni spirituali: l’aspetto trino delle divinità. Dal Cristianesimo al paganesimo greco, fino all’Induismo, la presenza di una triade magica e spirituale non manca mai!     La Triplice Dea nella Wicca e Neopaganesimo è una figura divina estremamente importante, fondamentale per i seguaci dei vari culti nonché emblema della femminilità e del pensiero femminista pagano moderno.

La Triplice Dea compare in moltissime culture antiche manifestandosi nei suoi tre aspetti che caratterizzano la triplicità della vita. Le sembianze che essa assume, spesso possono evolversi in altrettanti aspetti multipli di tre: sei, nove, finanche dodici, al punto che la trinità che contraddistingue questa Dea Triplice, le ha donato l’appellativo di “Unità dai mille (o migliaia di) nomi”.

Un’entità riscontrabile tanto nel passato quanto in tempi moderni, una Dea dai tre volti che ancora oggi viene onorata, glorificata e venerata per l’essenza ciclica ed infinita che la rappresenta; una Dea simbolo della vita e della morte, della rinascita e dello scorrere del tempo, del destino e della trasformazione.

La Triplice Dea Lunare

A portare in auge questa maestosa divinità trina, fu Robert Graves nel suo celebre libro “La Dea Bianca”, definendo forse per la prima volta l’appellativo “Triplice Dea” tra i praticanti della Wicca e dei culti neopagani. È proprio nella sua opera che Graves accosta la triplicità della Dea alle tre fasi lunari maggiori usando queste parole:

«La Luna nuova [in riferimento, in realtà alla Luna crescente] è la dea bianca della nascita e della crescita; la Luna piena, la dea rossa dell’amore e della battaglia; la Luna calante, la dea nera della morte.»

Queste corrispondenze lunari, tipiche per simboleggiare la triade divina, oggi sono estremamente diffuse come rappresentazione più comune dell’identificazione della Triplice Dea, soprattutto nel suo celebre simbolismo che appare, molto spesso, in ambito Wicca e nelle culture neopagane. La simbologia legata alla luna, difatti, è uno dei pilastri più importanti di questi tipi di spiritualità magica: l’astro d’argento e le sue facce si riscoprono sempre più vicini alla figura della Dea ma anche della donna ed all’interno del ciclo vitale dell’intero universo. Un ciclo che si ripete in una danza eterna e meravigliosa che supera i secoli ed i millenni: la madre-luna risplende nei cieli fin dall’alba delle prime stelle e l’essere umano ne è da sempre affascinato.

Un altro importante riferimento alla Triplice Dea è riscontrabile anche in un altro simbolo che abbiamo esaminato nel precedente articolo: il Triskele o Triskell. Anche in questo simbolo, infatti, torna con una certa insistenza il simbolismo del numero 3 – in questo caso attraverso le spirali del simbolo magico. Il numero 3 ed il profondo significato legato alla trinità è ridondante in tutte le epoche, presso popoli lontani e vicini tra loro: esso è alla base della maggior parte dei culti e delle forme di spiritualità antiche.

L’accostamento simbolico della Triplice Dea alle fasi lunari, ha trasformato la triade divina femminile in quel che potremmo chiamare Triplice Dea Lunare e c’è un validissimo motivo dietro questa scelta! Le fasi della Luna sono da sempre un elemento magico e mistico presente in ogni forma di magia e spiritualità, una rappresentazione che oggi possiamo assimilare anche nel concetto di Magia Simpatica o Magia Imitativa: ogni fase lunare raccoglie in sé significati profondi e simbolici come l’abbondanza, la realizzazione e la morte/trasformazione. Allo stesso modo, infatti, è possibile beneficiare di questi tre aspetti della Luna per compiere magici incantesimi attraverso i suoi influssi.

I 3 aspetti della Triplice Dea

Come esposto in apertura, la Triplice Dea rappresenta la triplicità in moltissimi fattori della vita terrena e del sacro divino. In particolare, però, vi è la rappresentazione forse più calzante che simboleggia l’essenza della Dea Triplice: le sue sembianze di Vergine, Madre ed Anziana.

È curioso notare come questi tre aspetti siano riscontrabili anche in moltissimi culti dell’antichità, a partire dalla figura delle tre Moire, finanche alla triplicità della Dea Brigid. In questo capitolo affronteremo insieme il simbolismo nascosto nelle 3 fasi della crescita e della trasformazione emanati dalla Triplice Dea, affinché ogni iniziato alla sua potenza possa celebrare la sua magnificenza conoscendone i segreti.

La Triplice Dea Vergine

L’aspetto primo della Triplice Dea è quello della Vergine, riassunto nella fase lunare crescente. Questo accostamento non è affatto casuale, bensì racchiude in sé una simbologia fortemente concreta. La Dea Vergine, difatti, rappresenta la giovane fanciulla in crescita, ancora inesperta, spensierata, giovane e piena di vita, di speranza, di sogni e desideri da realizzare. È la donna-bambina capace di meravigliarsi nella sua purezza e nella sua innocenza, la fanciulla che scopre se stessa ed il mondo che la circonda e che inizia a muovere i primi passi sul Sentiero della Vita. È la ragazza libera, selvaggia, indipendente, colei che corre nuda nei boschi e gode della sua emancipazione senza freni. Ella è governata dalla curiosità ancora acerba, come il suo corpo dalle forme appena accennate. Questo aspetto della Triplice Dea è senz’altro quello che potremmo definire più frivolo ma anche più puro: rappresenta la crescita graduale verso la maturità, verso un passo che la renderà più consapevole. La Triplice Dea Vergine è la mai-toccata e questo non necessariamente riguarda solo il contesto carnale, ma anche spirituale: è l’aspetto dell’essere umano che si sta inoltrando sulla Via della Comprensione a piccoli passi. È il neofita che, nella sua purezza e con la sua curiosità, assorbe la Conoscenza come Il Mago dei Tarocchi, osservando la superficie sullo Specchio del Sacro scoprendone il suo stesso riflesso.

La Triplice Dea Madre

Il secondo aspetto della Triplice Dea, nonché aspetto centrale della triade divina, è quello della Madre, tradotto nella fase della Luna Piena. Questo fondamentale aspetto della Triplice Dea simboleggia la maturità personale, la fertilità, l’abbondanza, ma anche la consapevolezza piena, il raggiungimento degli obbiettivi, la realizzazione, la capacità di creare e raccoglierne i frutti. Se nell’aspetto di Giovane Vergine la Triplice Dea era ancora immatura, emblema del coraggio fanciullesco, in questa seconda fase ella assume maggiore controllo di se stessa e del mondo che la circonda. Comprende la Vita – terrena e spirituale – nel suo aspetto più fecondo e glorioso, al massimo della sua potenza. La Triplice Dea Madre incarna il valore dell’equilibrio, della forza rigeneratrice e della sacralità sessuale femminile. È la donna gentile, disponibile ad accogliere chi ha bisogno dei suoi insegnamenti e delle sue cure. È il sangue perso dalla Vergine che ormai non è più bambina ma adulta nella carne e nello spirito.

La Triplice Dea Anziana

Il terzo ed ultimo aspetto della Triplice Dea è quello dell’Anziana, rappresentato dalla fase lunare calante. Questo particolare aspetto della Dea simboleggia il culmine della Conoscenza, il raggiungimento di una Saggezza che va oltre l’immaginabile: un Sapere traducibile con l’esperienza di tutta la vita. La Triplice Dea Anziana è una figura dai tratti austeri, induriti dal tempo e dalle fatiche, ma anche dolce nella sua chiave di lettura volta al tramandare i segreti della vita iniziatica. Essa è l’ultimo stadio della vita mortale e spirituale, vessillo della conoscenza più completa, alta ed ampia guadagnata con fatica, sudore ed impegno costante. È il simbolo della trasformazione, dell’elevazione spirituale e magica al massimo del suo potenziale. È la Saggezza Incarnata, l’Esperienza Rivelata, il Compimento Assoluto. La Dea Anziana ha compreso ed accettato il segreto dell’esistenza e partecipa con fierezza e consapevolezza al ciclo della vita e della morte, conscia che nulla svanisce ma si trasforma fino a tornare all’origine.

Chi è la Triplice Dea: i sincretismi

Arrivati a questo punto, una domanda – tra tutte – sorge spontanea: chi è la Triplice Dea? I sincretismi che possono rispondere a questa domanda, come già accennato, sono molteplici e vedono attraversare gran parte delle Ere, dei culti e delle religioni antiche. Alcuni esempi di divinità trine che possono essere associate alla Triplice Dea nei rispettivi aspetti sono:

  • Brigid, Atena ed Artemide nell’aspetto di Triplice Dea Vergine.
  • Cerere, Astarte e Lakshmi nell’aspetto della Triplice Dea Madre.
  • Hel, Kali ed Ecate nell’aspetto di Anziana.

Quelli appena citati sono solo alcuni dei sincretismi riscontrabili nella ricostruzione dei volti della Triplice Dea, poiché la Dea dai Mille Nomi è ovunque, nascosta – non troppo velatamente – nelle fessure del tempo.

La Triplice Dea e la Magia

Onorare la Triplice Dea è una delle tradizioni maggiormente sentite nella Wicca e nei culti neopagani, poiché celebrare e venerare la Dea Trina significa accettare la vita, la natura ed il divino in tutti i suoi aspetti, comprendendo e rispettando ogni fase alle quali ogni cosa è sottoposta. Beneficiare degli insegnamenti della Triade Sacra è possibile in tanti modi e, molto spesso, si tratta di celebrare la Dea in maniera personale, intima e completamente propria: inni, preghiere, invocazioni magiche, rituali, incantesimi… Ognuno vive la Triplice Dea a modo proprio, curandosi di rispettare le Leggi della Magia e le corrispondenze magiche necessarie.

Un esempio molto utile per comprendere ancora più in profondità la natura di ogni aspetto della Triplice Dea è quello che riguarda – ancora una volta – la magia dei colori. Ogni colore racchiude in sé un’essenza, un simbolismo importante, una magia vera e proprio da cui ognuno di noi può attingere per esplorare il sacro.

Nella sua prima fase, quella della Vergine, il colore dominante sarà sicuramente il bianco, simbolo della purezza, dell’innocenza, della prima luce che abbaglia l’occhio del Sapere nei primi attimi della sua apertura. A rappresentare la Vergine in magia, è la sua inesperienza, la prima scintilla che si accende nel cuore del neofita alle prime armi: è il primo accenno alla pratica rituale della magia bianca, degli incantesimi basilari e delle prime conoscenze esoteriche. È l’inizio del Sentiero.

La Madre, nella sua seconda forma, viene rappresentata dal colore rosso – come il sangue perso con la verginità. È la donna che ha preso coscienza del suo potere e non teme di usarlo per se stessa e per gli altri. È la donna matura e seducente capace di ammaliare chi la guarda con l’arte della magia rossa. Ella è l’emblema del concepimento e del parto: il piacere ed il dolore, il raggiungimento della propria volontà ed i risultati con tutte le sue conseguenze. È l’Esperienza Compresa. È il cuore del Sentiero.

Infine vi è l’Anziana nella sua terza ed ultima forma, simboleggiata dal nero quale colore dominante. Ella è la saggia esperta dell’Arte, colei che ha imparato a dominare se stessa grazie all’impegno costante mantenuto lungo tutto il corso della sua lunga vita. È padrona della vita e della morte ed è per questo che viene spesso associata alla magia nera: grazie alla sua sconfinata saggezza saprà dirigere la sua Conoscenza verso la difesa e non l’attacco ingiustificato. Ella protegge ed infine, quando anche l’ultima delle sue battaglie sarà giunta al termine, finalmente potrà riposare per rinascere ancora Vergine.

Conclusioni

Termina qui il nostro appassionante viaggio nell’eterna simbologia che ha visto protagonista la Triplice Dea nei suoi tre aspetti: tre fasi della vita e del tempo. Giovane/Vergine, Madre ed Anziana. Passato, Presente e Futuro. Desideriamo concludere questo articolo citando la meravigliosa “Preghiera alla Triplice Dea” di Eilantha Redspring per onorare – ancora una volta – la grandezza della Dea Eterna.

«Sono la nascita di ogni speranza,

sono la falce di luna crescente,

la Fanciulla, sempre Vergine, sacra sposa,

il primo fiore della primavera.

Nessun uomo ha sollevato il mio velo,

nuova ritorno nel mondo ogni anno.

Sono la signora della gioia e dell’arte

il mio cammino lo segui danzando.

Di vita in vita, tu mi appartieni.

Sono la dolcezza e l’amore per tutte le creature,

sono la forza vitale che ti protegge e ti nutre,

la Madre, l’amante, la guaritrice.

Sono i campi di grano che splendono al sole,

il frutto rotondo che incurva il ramo.

Nel mio grembo ti accolgo misericordiosa,

sono l’abbraccio che consola da tutti i dolori.

Tra le mie mani tengo il tuo cuore,

Di vita in vita, tu mi appartieni.

Sono il corvo nero dell’inverno,

la notte delle ombre infinite,

l’Anziana, l’antica, la strega.

Sono colei che attende paziente

reggendo i fili delle vostre vite.

Solo passando attraverso la soglia

otterrete la vera sapienza,

perché io sola conosco i segreti del mondo.

Di vita in vita, tu mi appartieni.»