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Magia cerimoniale rituali e formule magiche
Durante il proprio percorso esoterico ci si imbatte spesso nella dicitura “magia cerimoniale” ma non sempre tutti sanno di cosa si tratti effettivamente. Cos’è la magia cerimoniale? Essa è il tipo di magia formale per eccellenza, composto da lunghi e complessi rituali emulati – in particolare – dai cosiddetti grimori antichi. La formalità è alla base della magia cerimoniale che, mediante l’ausilio di strumenti da cerimonia (come il calice o coppa, l’athame, sigilli, il gong o campana, la bacchetta) sviluppa elaborati rituali di incredibile potenza ed impatto catartico.
La magia cerimoniale, patrimonio dei maghi di tutti i tempi, torna ad essere popolare tra i praticanti tra l’800 ed il ‘900 grazie all’ordine ermetico dell’Alba Dorata – la celebre Golden Dawn ed ancora oggi, tale pratica, rientra tra le più interessanti in ambito magico.
I 3 esponenti della magia cerimoniale
Molti sono i praticanti che si sono avvicinati, nei secoli e nei millenni, alla fascinosa arte magica, ma pochi sono coloro che hanno realmente fatto la differenza. Vediamo insieme quali sono i 3 esponenti della magia cerimoniale che hanno radicalmente cambiato la storia della magia.
Agrippa magia cerimoniale
Non solo la Golden Dawn può essere ricondotta agli esponenti maggiori per quanto riguarda l’arte della magia cerimoniale. Un altro celebre mago fu, in un certo senso, il capostipite di questa pratica complessa ed affascinante: Cornelio Agrippa. Conosciuto da ogni iniziato che si rispetti, Agrippa con il suo De Occulta Philosophia, apre ufficialmente le porte a tutti gli autori ad egli successivi. È infatti un dato di fatto che le opere di Agrippa siano state di forte ispirazione in ambito cerimoniale (e non solo) per tutti gli autori dell’epoca ma anche per tutti i praticanti moderni.
Eliphas Levi e la magia cerimoniale
Tra i maestri del passato che maggiormente hanno offerto il proprio contributo all’avanzamento della pratica della magia cerimoniale, troviamo indubbiamente il classico dei classici: Eliphas Levi. Indubbiamente l’esponente più famoso ed importante che, grazie alla sua celebre opera Il Dogma dell’Alta Magia, ha offerto ai suoi successori grandissimi ed indispensabili informazioni e conoscenze sull’arte occulta della magia avanzata.
John Dee e la magia cerimoniale
Ultimo ma non certo meno importante, troviamo il celeberrimo John Dee, colui che potrebbe essere definito come fondatore della cosiddetta magia enochiana, ossia l’arte della comunicazione con le entità superiori – spesso dette angeliche – mediante la lingua enochiana. Anche Dee, a modo suo, ha notevolmente contribuito alla diffusione della magia cerimoniale, sviluppando inoltre una specifica che facesse rientrare la comunicazione angelica non solo nella magia cerimoniale ma anche nell’alta magia.
Magia cerimoniale salomonica
Un altro tipo di magia che può essere egualmente considerato come magia cerimoniale è quella salomonica. La magia cerimoniale salomonica, infatti, oltre ad essere incredibilmente formale, complessa ed imperativa sui tempi e sugli strumenti cerimoniali da utilizzare durante i rituali, è in netto contrasto con la già citata magia enochiana. Se la magia enochiana è considerata alta magia poiché si rifà alla comunicazione delle entità superiori, la magia salomonica è – in tono dispregiativo – considerata bassa magia in quanto si rifà agli spiriti ctoni degli inferi.
I grimori attribuiti a Salomone – detti libri salomonici – pullulano di informazioni complete ed a tratti ermetiche, riguardanti la preparazione totale del rituale ma anche dell’officiante (o celebrante) e dell’ambiente in cui verrà compiuta l’operazione.
Ogni grimorio, difatti, che sia salomonico o attribuito ad altri autori, spiega minuziosamente i dettagli pratici necessari per il buon funzionamento del rituale magico. La magia cerimoniale è affascinante seppur complessa, motivo per cui, oggi, non tutti se la sentono di addentrarsi in ritualistiche tanto elaborate e complicate.
Differenza tra magia cerimoniale e magia popolare
Veniamo ora ad un argomento fondamentale quando si parla di magia: qual è la differenza tra magia cerimoniale e magia popolare?
Tornando per un attimo alla premessa fatta in apertura, molto spesso si fa confusione con i termini e le varie definizioni. La magia è talmente vasta che, non preoccuparti, è normale avere difficoltà nel memorizzare alcune informazioni!
Magia cerimoniale e magia popolare sono, di fatto, estremamente lontane, differenti nella forma e nel metodo. Da un lato abbiamo la magia cerimoniale con la sua eleganza, formalità, complessità, con i suoi rituali lunghi ed astrusi, ermetici, con i suoi strumenti particolari – nel materiale e nell’estetica – e con i suoi tempi da rispettare per la costruzione degli arsenali e per l’azione rituale. Dall’altra, invece, abbiamo la magia popolare, più povera, più grezza, più semplice, più istintiva, più naturale.
Mentre la magia cerimoniale necessita per natura della complessità di cui è composta, la magia popolare è più rudimentale, fatta di cose semplici, senza troppi “gingilli” o particolari solennità. Questo, per onor di cronaca, non significa che la magia popolare sia inferiore o meno efficace: la magia ha innumerevoli vie ed approcci diversi per ottenere lo stesso risultato: la concretizzazione della propria volontà. Maghi e streghe possono scegliere in maniera indipendente il tipo di approccio alla magia più congeniale al proprio essere, alla propria natura ed al modo in cui riescono a connettersi all’universo più facilmente.
Crowley e la magia cerimoniale moderna
Per comprendere più a fondo l’intensità dell’esperienza della magia cerimoniale, non necessariamente ci si deve rifare ad una scuola troppo remota. Tra gli autori più vicini alla nostra epoca troviamo Aleister Crowley che, con la Thelema, affronta la filosofia della magia cerimoniale in chiave più moderna. Basta sfogliare uno dei suoi più celebri libri, Magick, per immergersi nella solennità che la cerimonia magica sparge ovunque anche ad una piccola e breve lettura.
Struttura del rituale
A differenza dei rituali più comuni, la struttura del rituale di magia cerimoniale è altamente più complessa ed articolata. Nei precedenti articoli abbiamo enfatizzato particolarmente l’utilizzo delle corrispondenze magiche e questo non è di certo un caso!
Nonostante le corrispondenze magiche abbiano un grandissimo valore nella pratica magica di tutti i giorni, non solo i rituali di magia bianca o gli incantesimi Wicca si avvalgono delle corrispondenze. La magia cerimoniale, infatti, come già espresso, basa gran parte della sua natura su di esse: il rituale di magia cerimoniale fonda le sue radici proprio all’interno delle più variegate corrispondenze, motivo per cui la sua struttura è molto più difficoltosa da eseguire rispetto ad altre forme di magia.
La struttura della magia cerimoniale non potrebbe essere tale senza che il mago o la strega celebri il suo rituale appellandosi ai tempi magici delle ore planetarie del giorno e della notte; tenendo conto dei giorni della settimana; guardando il cielo notturno ricercando le fasi lunari opportune; selezionando accuratamente gli strumenti rituali da utilizzare sul suo sfarzoso e glorioso altare.
Il rituale di magia cerimoniale non è mai improvvisato sul momento, mai dettato solo dall’istinto dell’emozione che il celebrante vive in quel preciso istante, mai officiato senza tener conto – nel dettaglio – di tutte le corrispondenze che favoriscano la sua magica operazione. Tutto è scrupolosamente calcolato, preparato, organizzato. Nulla è lasciato al caso: la cerimonia magica prevede dei passaggi ben specifici che mai devono essere tralasciati.
Magia cerimoniale: Differenza tra rito e cerimonia
È un errore piuttosto comune fare confusione tra i termini e, quando si parla di magia – ed in particolare di magia cerimoniale, è necessario fare grande attenzione alle definizioni da utilizzare. Rito e cerimonia, ad esempio, non sono affatto la stessa cosa, come molti spesso credono!
Nella magia cerimoniale la differenza tra rito e cerimonia è estremamente importante affinché il praticante possa effettuare le sue operazioni magiche con la massima consapevolezza delle sue azioni, pertanto vediamo insieme di cosa si tratta.
Cos’è un rito
Il dizionario della lingua italiana definisce il rito come “il complesso di norme che regolano le cerimonie di un culto”: ma cosa significa effettivamente? Il rito è ciò che, comunemente, viene definito “tradizione”; le tradizioni, infatti, si rendono tali quando determinati riti vengono svolti abitualmente in un determinato modo, attraverso consuetudini che rendono sacra l’azione all’interno di un culto. L’iniziazione, ad esempio, viene considerata un rito: essa vale in tutte le religioni, da quella cattolica del battesimo fino all’iniziazione Wicca.
Ma il rito può estendersi anche alle festività sacre legate a culti e religioni, come i Sabba delle streghe e le classiche festività cristiane – che, ricordiamo, hanno tutte origini pagane.
Per comprendere in maniera più approfondita il significato del rito, si rende necessario fare un esempio pratico molto semplice: quando ogni strega scrive i suoi incantesimi, le parole – se decontestualizzate e quindi affermate al di fuori della sacralità del momento – saranno esclusivamente parole, senza potere, senza magia, senza vera volontà; parole al vento recitate come una filastrocca imparata a memoria, piuttosto che formule magiche pregne di magia. Quando quelle stesse parole vengono contestualizzate all’interno della pratica ed ammantate dal sacro che meritano, allora – e solo allora – possiamo definirle parole di potere recitate durante il rito.
Il rito riguarda l’insieme di azioni che comunemente facciamo durante l’atto magico: dalla purificazione dell’ambiente all’apertura del cerchio magico, ecc. Il rito è “la prassi magica” nel suo insieme.
Cos’è una cerimonia
A differenza del rito, la cerimonia – come ci suggerisce la parola stessa – ha inevitabilmente a che fare con qualcosa di più sfarzoso, elegante, formale e, appunto, cerimoniale. Mentre il cosiddetto rito può essere attuato anche in maniera più “sobria” e poco sfavillante, la cerimonia è ciò che formalizza l’azione. Un esempio pratico può essere il seguente: durante un matrimonio, il rito è lo svolgimento suddiviso in “parti” (il sì degli sposi, lo scambio degli anelli, le promesse, il bacio finale), mentre la cerimonia è la singola azione durante il rito. La cerimonia è, di fatto, il cuore stesso del rito, la sua azione più profonda, più intima e connessa allo spirito. Un rito senza cerimonia non potrebbe esistere: anche il più semplice incantesimo necessita di cerimonia.
Facendo un esempio ancora più specifico e riallacciandoci alla magia cerimoniale, fulcro di questo articolo, potremmo definire la differenza tra rito e cerimonia in questo modo:
durante la magia cerimoniale il rito è l’ordine abituale in cui vengono emesse le azioni rituali: l’accensione delle candele, la fumigazione mediante incensi, l’apertura e chiusura del cerchio, le invocazioni o evocazioni in un preciso momento del rito.
La cerimonia, invece, è la singola azione resa sacra durante il rito: la solennità con la quale le candele vengono accese, il movimento con cui viene aperto o chiuso il cerchio, il suono ridondante della campana o del gong all’inizio ed alla fine del rito. Ognuna di queste cerimonie ha la sua grande importanza all’interno di un ben preciso rito. Senza queste cerimonie il rito sarebbe nient’altro che un ripetersi di azioni fredde ed automatiche. La cerimonia formalizza il rito e lo rende sacro.
Conclusioni
In questo viaggio all’insegna della complessa quanto intrigante magia cerimoniale, abbiamo potuto scoprire insieme il meraviglioso mondo del rito cerimoniale e della magia della cerimonia, evidenziando l’importanza delle corrispondenze magiche all’interno della più particolare ed ermetica forma di magia. Abbiamo inoltre appreso insieme quanto sia fondamentale l’atto della cerimonia all’interno del rito nonché quanto entrambe le cose siano strettamente connesse e fondamentali l’una per l’altra: un uroboro infinito che completa il mistico cerchio della magia.