Iside la Dea Egizia

Storia della Dea Iside Egizia

La dea Iside, Isis o Isi, è una potente divinità appartenente all’antica religione egizia. È la dea della maternità, della fertilità e soprattutto della magia. Nel nostro magico viaggio nell’antico mondo del divino, la dea Iside non può non ricoprire un ruolo eccezionale, importantissimo nel suo eterno valore storico, mitologico ed esoterico. La storia della dea Iside è particolarmente interessante per coloro che si approcciano al vasto universo magico, poiché la Isis egizia ci racconta vicende tanto lontane quanto ancora profondamente familiari.

Menzionata per la prima volta nell’antico regno, come una delle protagoniste del mito di Osiride che risorge dopo essere stato assassinato, creando e proteggendo il suo erede Horus. La relazione che la dea Iside ha con gli esseri umani è molto singolare: si ritiene che abbia aiutato i morti nell’aldilà proprio come ha aiutato Osiride. È considerata la madre divina del faraone e, rispetto a Horus, il suo comportamento materno è citato negli incantesimi di guarigione.

Inizialmente, però, ella aveva funzioni limitate per i rituali reali e del tempio, sebbene la sua figura fosse più importante nelle pratiche funerarie e nei testi magici: Iside possiede, difatti, molti più poteri magici rispetto ad altri dèi. Si dice che protegga il regno dai nemici, governi il cielo e il mondo naturale e possieda il potere di controllare il destino. Una dea senz’altro completa che, nel corso del tempo, assunse un ruolo sempre più imponente nel regno egizio, fino a divenire una delle divinità centrali dell’epoca assieme al suo sposo Osiride.

Fu colei che grazie alla sua astuzia e alle sue abilità magiche scoprì il nome segreto di Ra. Secondo il mito, raccontato nei Testi delle Piramidi e da Plutarco, la dea egizia recuperò e assemblò le parti del corpo di Osiride riportandolo alla vita. Per questo motivo fu considerata una divinità associata alla magia, alla morte e di conseguenza all’oltretomba. Ma la dea Iside contribuì anche a civilizzare il mondo, istituì il matrimonio e insegnò alle donne le arti domestiche.

Il Mito di Iside

Il mito della dea Iside inizia quando il dio Geb, governatore dell’Egitto, lasciò il trono del regno a suo figlio Osiride che in seguito sposò Iside mentre suo fratello Seth sposò Nefti. Il mito ci racconta che Seth, geloso del fratello, lo uccise smembrando il suo corpo in 14 pezzi che sparse per tutto l’Egitto. Iside, affranta dalla scomparsa del marito, corse alla ricerca di tutti i pezzi del marito morto Osiride e con l’aiuto di Anubi – dio dell’oltretomba per eccellenza – ricompose il corpo creando così la prima mummia della civiltà egizia. Questo gesto d’amore nei confronti dello sposo, le fece guadagnare la caratteristica di dea connessa all’oltrevita: ella dunque soffiò l’alito della vita in Osiride resuscitandolo abbastanza da permettere il concepimento di quello che sarebbe stato il loro figlio: Horus. L’amore materno espresso da Iside le valse l’appellativo di grande madre celeste e per il popolo egizio Iside divenne la protettrice delle nascite, dei bambini e della maternità.

Un’altra leggenda legata al mito della dea Iside e del suo immenso potere, lo si può scorgere nella famosa storia che la lega al dio Ra. Il mito racconta: «Il dio [Ra] era invecchiato, la bocca gli gocciolava, la saliva gli colava verso terra e ciò che sbavava cadeva al suolo». Iside, approfittando della debolezza di Ra impastò tra le mani un po’ di terra insieme alla saliva del dio e creò così il corpo di un serpente. Pose il serpente in mezzo alla strada su cui Ra sarebbe passato, finché il serpente attaccò brutalmente il dio con un morso iniettandogli il potente veleno. Iside, dunque, disse a Ra che avrebbe ottenuto la salvezza dal veleno del serpente se le avesse rivelato il suo nome segreto. Tale nome era particolarmente importante poiché racchiudeva tutto il potere della divinità, proprio come ogni strega tutt’oggi custodisce gelosamente il proprio nome magico. Fu così che il nome segreto di Ra passò dal petto del dio a quello di Iside senza essere udito da nessuno, e la dea liberò Ra dal veleno, come promesso.

La Magia della Dea Iside

La dea Iside, come accennato, era conosciuta per i suoi poteri magici e per la sua astuzia, grazie ai quali era riuscita a resuscitare il consorte Osiride ma anche a proteggere e curare Horus. In diversi episodi della storia “Le contese di Horus e Set“, Iside utilizza queste abilità magiche per vincere in strategia Set durante le varie vicende che lo videro antagonista di Horus.

Molte storie su Iside sono prologhi di testi magici, che descrivono eventi mitologici legati all’uso di incantesimi. In uno di questi si parla di Iside che creò un serpente che morse Ra per costringerlo a rivelare il nome segreto – come riportato poco fa – affinché lei potesse riferirlo a Horus ed assicurarsi la sua autorità reale. Questa storia può essere la dimostrazione tangibile del perché le abilità magiche di Iside fossero superiori a quelle di altri dei, ma parte della storia sembra suggerire che avesse queste capacità magiche anche in precedenza.

Centinaia di migliaia di amuleti e statue dedicate ad Iside con in braccio il figlio Horus furono create durante il primo millennio a.C., e in tempi romani era una delle divinità più abitualmente rappresentate nell’arte religiosa della casa, in forma di figurine e dipinti. Un tema ricorrente negli incantesimi di guarigione riprendevano proprio queste famosissime vicende mitologiche appena esposte, ma vi erano anche moltissimi altri incantesimi che riguardavano le donne gravide che si rivolgevano alla dea Iside per assicurare che partorissero i loro figli con successo ed in sicurezza.

Iside

Iconografia della Dea Iside

Dalle antiche Ere fino ai giorni nostri si sono conservate numerosissime statuine ed raffigurazioni di ogni tipo che rappresentano la dea Iside nell’atto di allattare il figlio Horus, che le siede in grembo: si tratta delle cosiddette Isis lactans che ricordano in maniera inequivocabile le immagini della Madonna con il bambin Gesù della cristianità. Questa raffigurazione di Iside è estremamente importante, soprattutto se si analizza più in profondità il suo nome originale egizio: Aset – Iside in greco – che significa “trono”. La dea Iside, infatti, è la personificazione massima del trono del faraone.

Raffigurata come una donna con una lunga tunica, indossando sul capo il simbolo del trono e tenendo in mano l’ankh o l’uadj, la dea Iside fu raffigurata con le corna bovine ad incorniciare il disco solare oppure a volte completamente nuda. Tra le sue raffigurazioni, l’iconografia della dea Iside forse più famosa e ridondante la vede rappresentata come una donna con ali di uccello, simbolo del vento. Quando sugli antichi sarcofagi e nelle tombe veniva raffigurata con questo particolare aspetto volatile, veniva dipinta nell’atto di prendere l’anima tra le ali per condurla nella nuova vita oltre la morte: onorificenza che ricorda le sue gesta nei confronti del marito Osiride.

Il Culto di Iside

La dea Iside era una delle principali divinità femminili dell’antica religione egizia ed il suo culto si diffuse in tutto il mondo greco-romano. Molti passaggi all’interno dei testi delle piramidi collegano Iside con la regione del delta del Nilo vicino a Behbeit el-Hagar e Sebennytos, dove lei e il suo culto potrebbero aver avuto origine. Ma si trovano testimonianze del culto di Iside anche ad Atene, a Titorea presso Delfo (dove si trovava il più sacro dei templi greci di Iside), in molti centri della Grecia, nelle isole dell’Egeo (in particolare a Delo), in Asia Minore, in Africa settentrionale, in Sicilia, in Sardegna, in Spagna, in Italia (soprattutto in Campania a Pompei, Pozzuoli, Ercolano), in Gallia e in Germania. Insomma, il culto di Iside spopolò e si diffuse largamente a macchia d’olio conservando fino ad oggi grandissime testimonianze di un passato ancora vivo.

In particolare a Roma il culto isiaco ebbe un grande successo: nell’88 a.C. era in attività un ordine di pastophori, una confraternita di sacerdoti che portavano nelle processioni piccole immagini divine della Dea, come in tempi successivi e moderni vediamo succedere con le iconografie cristiane. Il culto di Iside venne introdotto a Roma nel I secolo a.C., e come era di usanza all’epoca, venne talvolta assimilata con diverse divinità femminili del luogo, come ad esempio Cibele, Demetra e Cerere, tanto che alcuni templi furono eretti in suo onore: senz’altro il più famoso fu quello di File, nonché l’ultimo tempio pagano ad essere chiuso dai cristiani nel VI secolo. Il culto di Iside si fece particolarmente notare per le processioni e le feste ricche di gioia, ma anche perché i seguaci di Iside potevano entrare per pregare nel suo tempio, che era molto più grande e decorato rispetto ad altri templi pagani. Il culto aveva in seno sacerdoti e sacerdotesse in abbondanza che diffondevano il culto, pratica in seguito ripresa dal Cristianesimo.

Il culto di Iside ebbe fine con l’ascesa del Cristianesimo tra il IV e V secolo d.C. ma il culto della dea potrebbe aver influenzato alcune credenze e pratiche cristiane, specialmente per quel che diventò successivamente il culto di Maria. Ad oggi, infatti, tra i tanti esempi di una sopravvivenza della figura di Iside nell’arte cristiana, possiamo vedere spiccare le cosiddette “madonne nere”: statue di Iside con Horus in braccio che vennero in seguito riadattate nell’iconografia cristiana della Madonna ed il bambin Gesù.

Il Tempio di Iside

Restando ancora qualche istante nella tematica del culto di Iside, è doveroso raccontare l’importanza, la bellezza e la diffusione del tempio di Iside e l’organizzazione al suo interno. È innanzitutto da sottolineare che ogni città aveva uno o più templi della dea Iside, composti da un minimo di tre sacerdoti e dai cosiddetti zacori cioè gli odierni sagrestani. Quello che veniva definito “culto pubblico” era, come precedentemente affermato, qualcosa di grandemente celebrativo che coinvolgeva la collettività, ma vi erano anche molti piccoli tempietti domestici per il rito privato – che oggi potremmo accostare all’intimità dei nostri altari personali nelle abitazioni private.

I santuari più importanti ed i templi dedicati ad Iside erano a File sul Nilo, dove era possibile prendere l’acqua santa, ossia l’acqua di vita; la necropoli dei faraoni ad Abido; la necropoli dei tori sacri a Saqquara presso Menfi, il Serapeion di Alessandria d’Egitto. In Grecia, invece, i più grandiosi erano a Titorea presso Delfo e nel porto di Atene; ma anche l’Isola di Faro era particolarmente rilevante per la dea, poiché consacrata ad Iside come Roma era considerata la città santa di Iside.

Inno a Iside

Desideriamo concludere questo articolo dedicato alla grandezza isiaca menzionando il famosissimo Inno ad Iside dal Papiro di Ossirinco del II sec. a.C.:

“Dea dalle molte facoltà, onore del sesso femminile.

Amabile, che fa regnare la dolcezza nelle assemblee,

nemica dell’odio.

Tu regni nel Sublime e nell’Infinito.

Tu trionfi facilmente sui despoti con i tuoi consigli leali.

Sei tu che, da sola, hai ritrovato tuo fratello (Osiri),

che hai ben governato la barca, e gli hai dato

una sepoltura degna di lui.

Tu vuoi che le donne si uniscano agli uomini.

Sei tu la Signora della Terra

Tu hai reso il potere delle donne uguale a quello degli uomini!”